Dott. Stefano Sigillo
Direttore sanitario di Villa Valeria
Medico chirurgo specialista in Chirurgia generale, Gastroenterologia e Proctologia
- Chirurgo delle patologie delle ernie inguinali e delle ernie addominali
- Chirurgo delle fistole sacro-coccigee, fistole perianali, ragadi anali
- Chirurgo delle patologie dei tegumenti come nei, basaliomi, lipomi, cisti sebacee…
- Specialista delle patologie gastroenterologiche
- Specialista delle patologie proctologiche
-
Ernia inguinale
- Cisti sebacee
- Fistola sacro-coccigea
- Ragade anale
- Fistola perianale
- Nei cutanei
- Lipomi
- Ernia addominale
DEFINIZIONE
L’ernia inguinale, che interessa entrambi i sessi con prevalenza maschile, consiste nella protrusione di un tratto dell’intestino attraverso un’apertura della parete addominale con estensione alla regione inguinale e talvolta con raggiungimento della cavità scrotale nell’uomo.
La migrazione dell’intestino attraverso questa porta erniaria si evidenzia con una tumefazione sottocutanea o intra-scrotale nell’uomo. Per semplificazione la cavità addominale contiene le anse intestinali ed è rivestita da una guaina chiamata Peritoneo. Il peritoneo è poi rivestito dal piano muscolare che se presenta un’apertura o “porta erniaria”: questa viene attraversata dal “sacco erniario” costituito da parete peritoneale e contenente le anse intestinali. La migrazione del sacco erniario nel sottocute crea la tumefazione nominata ernia.
L’intervento di plastica erniaria consiste nel riposizionare le anse intestinali nella cavità addominale e nella chiusura della porta erniaria mediante una rete costituita da materiale sintetico compatibile con l’organismo umano.
RICOVERO
L’intervento prevede un ricovero in Day-Surgery (intervento alla mattina e dimissione nel pomeriggio) o con una permanenza di una notte in relazione alla complessità dell’ernia o alla età avanzata del paziente e relative condizioni cliniche pre-operatorie o, più semplicemente, se l’intervento viene eseguito nel pomeriggio.
PROCEDURA E INDICAZIONI
L’intervento può essere eseguito a cielo aperto o per via laparoscopica.
Nel primo caso viene eseguita una incisione cutanea unica di 5-6 cm in sede inguinale e in relazione alla grandezza dell’ernia. L’anestesia praticata è locale associata a sedazione profonda iniziale (con farmaco iniettato per via endovenosa) che inducendo una riduzione temporanea della coscienza consente la iniezione nei tessuti di anestetico locale che impedisce la percezione del dolore durante tutto l’intervento e nel primo post-operatorio.
La seconda pratica anestesiologica per le ernie a cielo aperto è l’anestesia spinale subaracnoidea che consiste nell’iniettare l’anestetico nel liquido contenuto nella colonna vertebrale del tratto lombo-sacrale ottenendo un’anestesia più o meno prolungata della regione inguinale e degli arti inferiori. È possibile somministrare un sedativo durante la fase dell’intervento se il paziente lo chiedesse espressamente.
Per l’intervento per via laparoscopica si procede in anestesia generale e l’accesso è attraverso tre o quattro fori addominali per l’ingresso della telecamera e dei ferri chirurgici che servono a chiudere, con la rete, la porta erniaria dall’interno. È una pratica idonea per le ernie bilaterali e per le ernie plurirecidive.
Prima dell’intervento, indipendentemente dalla tecnica chirurgica e dall’anestesia praticata, verrà posizionata dall’anestesista una ago-cannula in una vena periferica di un braccio per la somministrazione dei farmaci, verranno applicati gli elettrodi per monitorizzare l’attività cardiaca, verrà applicato il bracciale della misurazione automatica della pressione arteriosa, verrà applicata una piastra autoadesiva per l’utilizzo del bisturi elettrico e verrà posizionato a un dito della mano un piccolo apparecchio a infrarossi per la misurazione dell’ossigenazione del sangue.
Nelle ernie voluminose può essere necessario applicare un drenaggio in aspirazione per “asciugare” i piani profondi.
- Laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso Università La Sapienza di Roma (aprile 1977)
- Abilitazione all’esercizio della professione di Medico-Chirurgo presso l’Università di Roma La Sapienza (1977)
- Specializzazione in Chirurgia dell’apparato digerente presso la Cattedra in Roma della Università La Sapienza diretta dal prof. Vincenzo Speranza (1981)
- Chirurgia dell’apparato digerente e endoscopia digestiva chirurgica
- Frequenza assidua del Reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale San Giovanni di Roma diretto dal Prof. Giuseppe Grassi (1978)
- Esperienza presso il Reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale San Martino di Genova con il Prof. R. Cheli (1981)
- Esperienza a Montepellier (Francia) presso il Reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale Regionale e Universitario diretto dal Prof. H. Baumel (1991)
- Esperienza come Ufficiale Medico di complemento come Responsabile del Pronto Soccorso presso l’Ospedale della Marina Militare della Maddalena e come medico di bordo della Fregata Alpino
- Aiuto Chirurgo della Casa di Cura Accreditata in Roma diretta dal Prof. Giacomo Grasso (1980-2004)